in copertina: Parade di A.H. Weber
Ciao a tutti/e 👋
Il secondo capitolo della newsletter dedicata a immaginazione e mondi fantastici è ancora in fase di lavorazione (ho trovato nuove letture che voglio assolutamente includere, quindi ci vorrà un po’ di tempo). In questo numero trovate una raccolta di link e di cose belle che ho collezionato nelle ultime settimane. A questo proposito:
Grazie in anticipo a chi parteciperà al sondaggio. Sono consapevole di scrivere newsletter molto lunghe, quindi mi chiedo se a volte non preferiate ricevere numeri più leggeri. Se avete altri consigli e feedback potete lasciarli qui:
💧 Link, consigli e cose belle
Cosa sto leggendo: Lo statuto delle lavoratrici di Irene Soave, un saggio che coniuga in maniera brillante inchiesta giornalistica e riflessione personale analizzando i problemi del lavoro contemporaneo da una prospettiva collettiva e femminista. È uno di quei testi così densi, coinvolgenti e trasversali che ogni definizione rischia di essere riduttiva. Ve lo consiglio.
La rissa anche interiore tra la resistenza allo sfruttamento e il desiderio della rilevanza, della realizzazione, del partecipare anche minimamente alla creazione di se stessi e del mondo, è un dissidio che cinquant’anni più tardi rimane attuale. E la risposta che l’epoca sembra dare, a beneficio dei programmatori di intelligenze artificiali, è quella della dimissione. Del ritrarsi; del sottrarre al lavoro le proprie aspettative, energie, capacità. Del rimanere a casa. Ma sono di nuovo le lavoratrici a indurci a dubitare che sia la risposta giusta.
A proposito di lavoro: questo numero della newsletter
analizza lo stato dell’arte dell’editoria, con particolare attenzione al ruolo occupato dalle donne:I dati AIE del 2019 relativi ai nuovi ingressi nel settore editoriale registravano che nel 64,9% dei casi si trattava di donne. Ma attenzione, come scriveva Andrea Zanni - bibliotecario digitale a MLOL - già nel 2018 analizzando e commentando il solo catalogo Adelphi con la traduttrice Ilide Carmignani «le donne aumentano al diminuire del prestigio nel ruolo editoriale, o viceversa. L’ipotesi di partenza è che essere l’autore di un libro è più importante del suo curatore, che a sua volta è qualcosa di più di un semplice traduttore». Ipotesi che i dati possono largamente confermare: le donne aumentano nella cosiddetta “cucina” dell’editoria; sono editor, redattrici, uffici stampa, agenti letterarie, bibliotecarie, libraie. E spariscono mano a mano che risaliamo la filiera dell’editoria verso i vertici: sono poche le direttrici commerciali e ancora meno le amministratrici delegate o le editrici.
Pensavamo che il problema fosse l’adultescenza e invece ecco spuntare una nuova sindrome generazionale, benvenuti nell’era della kidulthood:
The “kidult” market—which one market-research company generously defines as anyone over age 12—is said to account for about $9 billion in toy sales every year. Among the most popular modern stuffed-animal brands are Squishmallows and Jellycat, which specialize in unconventional plushies such as bok choy and rainbow ostriches. Gen Z is leading the way in embracing stuffed animals: Of Squishmallows buyers, 65 percent are ages 18 to 24. “It went from being an embarrassment … to today, when Gen Z and Millennials proudly play,” the toy-industry consultant Richard Gottlieb told NPR.
La nuova evoluzione dei magazine sono i bookazine?
La (ri)nascita dei dumbphones, ovvero come i telefonini di una volta – privi di fotocamera, App store e scrolling – stanno vivendo un nuovo slancio commerciale grazie a coloro che, desiderosi di liberarsi dalla propria assuefazione digitale, li scelgono come baluardo di un ritorno alla semplicità e alla vita “reale”:
Krigbaum has been a committed Light Phone user for the past two years. She said that she doesn’t miss her smartphone, but that her new device can cause some awkwardness when she meets other young people who ask how to keep in touch. They mean on social media, of course; for the vast swath of Gen Z-ers who don’t use dumbphones, exchanging numbers to text message or, God forbid, call seems archaic. “I’ve been saying, ‘I guess I’ll see you if I see you,’ ” Krigbaum said.
C’è una nuova casa editrice in città e io sono già una grande fan. Si chiama Mercurio, dentro ci lavorano persone davvero brave, che stimo molto e con cui condivido un amore profondo per la letteratura di genere. Da maggio usciranno i primi libri, tra cui Maeve di CJ Leede e Vorrei essere qui di M. John Harrison. Non vedo l’ora di leggerli. Potete seguire qui:
Dentro la doomsday architecture, ovvero: come si costruiscono abitazioni equipaggiate per l’apocalisse (per chi se le può permettere).
Against Journaling su Literary Hub: un’incursione nella letteratura per indagare il complesso rapporto tra l’ambiguità dei ricordi e la pratica di annotare gli eventi quotidiani su un diario.
Su Link idee per la tv sono usciti due articoli a cui voglio molto bene: uno l’ho scritto io e parla della moderna ossessione per Jane Austen, di rom-com, meme e nostalgia regency; l’altro è di
ed è un interessante profilo sul cinema di Alice Rohrwacher e la sua capacità di costruire una moderna mitologia umana.Il cambiamento climatico sta distruggendo le coltivazioni di caffè ponendo l’industria di fronte a un annoso dilemma: cercare di salvaguardare la filiera (inclusa l’economia e la biodiversità dei paesi produttori) oppure concentrare sforzi e fondi sulle nuove startup che stanno sperimentando alternative “sostenibili” per soddisfare la nostra sete di caffeina?
L’isola di Aruba ha fatto il backup del suo archivio storico su Internet Archive, aprendo la strada a nuovi possibili utilizzi del servizio di hosting.
Riprendendo le provocazioni di Miriam Margolyes su Harry Potter di cui si parlava nella scorsa newsletter, sembra che l’attrice non sia l’unica a pensare che per certi fandom sia arrivato il momento di “andare avanti”:
📌 Save the date
Lunedì 15 aprile ore 18 alla Feltrinelli di Largo Argentina (Roma)
presenta il suo saggio Riavviare il sistema. Come abbiamo rotto Internet e perché tocca a noi aggiustarla (Chiarelettere, 2024). Venite!Martedì 16 aprile ore 21.30 al Cinema Troisi la piattaforma di cinema sociale indipendente Zalab View organizza la proiezione evento di How to save a dead friend della regista Marusya Syroechkovskaya. C’è l’amicizia, il punk rock post sovietico, gli anni Duemila. I biglietti si acquistano sul sito del Troisi, il trailer invece è qui. Io non vedo l’ora di vederlo.
Se siete a Rovereto, il 19 aprile sarò al festival Educa Imagine per parlare del rapporto tra dimensione digitale e tempo libero. Con me ci saranno Viola Stefanello, Pietro Minto e Piermarco Aroldi ⏳
Direi che è tutto, ci sentiamo tra due settimane!