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Filippo Albertin's avatar

Annotazioni molto puntuali e documentate, che però in parte non mi trovano d'accordo, in quanto praticamente la totalità dei terzi spazi "reali", ossia in grado di determinare effettivamente dei legami dotati di una certa profondità, risultano spazi, se non deliberatamente privati, a pagamento. Ricordo le amicizie fatte durante l'infanzia in alberghi puntualmente rinnovati ogni estate, oppure quelle relative ai residence montani, anch'essi inclusi nel novero delle seconde case. Può accadere di incontrare qualcuno in piazza, certo, ma non è la stessa cosa di incontrarlo all'università, che si paga, o in qualche accademia o corso, che si pagano, e via discorrendo. Il solo vero alveo del terzo spazio realmente pubblico rimane la scuola, nello specifico quella della giovinezza, che dalle elementari (io le chiamo ancora così) si spingono fino ai licei. Quello è effettivamente un terzo spazio puro e incontaminato.

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Filippo Barbera's avatar

grazie, acuta riflessione. Aggiungo che la logica del quarto spazio è quella tipica dei mondi della c.d. "innovazione sociale" e può essere vissuta come totalizzante. Comporta dei vantaggi "relazionali", ma soffoca e genera burn-out. Ne ho scritto qui: https://www.amazon.it/Innovatori-sociali-sindrome-prometeo-nellItalia/dp/8815280278

Inoltre, è cruciale ribadire che la contrazione dello spazio pubblico non riguarda solo la vita urbana, ma anche lo spazio delle classi dirigenti e lo spazio dei luoghi policentrici. Ne ho scritto qui di recente: https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858152539

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